Un inizio d'anno in salita

“Una delle esperienze più significative a Kalongo è stato andare nelle comunità a fare le visite per le persone che vivono con HIV. Armati di tutto il necessario, insieme al personale della clinica per l’HIV, siamo andati a distribuire sul territorio le terapie antiretrovirali, a fare prelievi per la carica virale, cercando di cogliere i segni e sintomi allarmanti di altre infezioni. Questo servizio è importantissimo non solo perché evita ai pazienti più fragili di doversi muovere per chilometri e chilometri per avere accesso alle terapie, ma anche perché aiuta a ridurre lo stigma della patologia nella comunità”

Tutti i servizi territoriali, di cui scriveva solo pochi mesi fa la dr.ssa Giulia Lingua, il 6 marzo scorso sono stati fermati.

A seguito della cessazione definitiva dei finanziamenti statunitensi ai programmi di cooperazione e aiuto umanitario, l'ospedale di Kalongo ha perso fondi essenziali per la prevenzione, la diagnosi e la cura dell’HIV.

Un impatto che in cifre si traduce in circa il 20% del bilancio annuale dell’ospedale, pari a quasi 400mila euro in meno. Una decisione che avrà inevitabili conseguenze a cascata su tutti i reparti dell’ospedale.

Stiamo facendo ogni sforzo possibile per dare continuità a quei servizi che improvvisamente hanno visto mancare fondi essenziali; la nostra principale preoccupazione è riuscire a garantire la continuità di tutti i servizi sanitari, perché le risorse a disposizione dell’ospedale non sono sufficienti per tutti e l’impegno della Fondazione è già enorme.

Quotidianamente l’ospedale di Kalongo accoglie decine di donne, molte delle quali in procinto di partorire, bambini affetti da malaria, neonati fragili; donne e uomini che vivono in condizioni di estrema povertà, molti dei quali giungono in ospedale dopo aver percorso decine di chilometri a piedi (nudi) su strade sterrate. A tutti dobbiamo poter garantire assistenza tempestiva, una diagnosi certa, accesso alle cure e un ricovero adeguato. Ma alla luce dell’inaspettato taglio dei fondi USAID da parte del governo statunitense, riuscire oggi ad assicurare tutto questo non è più possibile.

Oggi più che mai abbiamo bisogno del supporto di tutti. Ogni gesto, grande o piccolo, aiuta a proteggere la salute e la vita di migliaia di persone vulnerabili. È fondamentale poter assicurare all’ospedale la presenza del personale sanitario, l'approvvigionamento di farmaci, le terapie salvavita e persino la benzina per le ambulanze che raggiungono i villaggi più remoti. In quei villaggi ci sono bambini, donne e uomini che contano sul team dell'ospedale di Kalongo pronto a prendersi cura di loro e a non farli sentire soli.

Rimanete al nostro fianco; non possiamo permettere che le decisioni di pochi spengano la speranza nel domani dei più piccoli e indifesi che oggi rischiano di non ricevere alcuna risposta ai loro bisogni vitali.

Aiutateci a sostenere l'ospedale di Kalongo.

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