Dai racconti dei compagni di banco, Giuseppe traspare come un ragazzo semplice, calmo e ben educato; pur essendo il figlio dell’Ambrosoli non lo faceva mai notare. Già in questi primi anni la sua religiosità andava maturando sotto l’ala protettrice della mamma.
Alla fine del 1934 Giuseppe frequentava il Regio Istituto Alessandro Volta, ma lo scrutinio di fine anno fece emergere la fragilità delle elementari. Fu così che iniziò a frequentare l’Istituto Calasanzio dei padri Scolopi dove tutti i figli dell’Ambrosoli avevano studiato.
Iscritto alla 2° Ginnasio da subito si era inserito nell’Azione Cattolica (A.C.) e degli anni passati al Calasanzio si coglie la propensione per le materie scientifiche. Al termine del Ginnasio, nel 1939, Giuseppe sedicenne ritornava a Como, iscrivendosi al Liceo Ginnasio Statale A. Volta.
Durante il suo periodo scolastico, la Chiesa aveva dovuto affrontare il volto autoritario del Fascismo. In questo difficile momento l’A.C. si proponeva come strumento di penetrazione capillare nel tessuto sociale e piattaforma ideale per la trasformazione cristiana della società.
Gli interessi extra-scolastici di Giuseppe erano tutti di ordine squisitamente religioso, anche se come fratello del Podestà non poteva esimersi da una qualche partecipazione alle attività del regime. Dove però si sentiva a suo agio era proprio nelle file dell’A.C.
“In lui la cosa più bella era il suo stato d’animo generoso e disponibile verso tutti, e soprattutto la sua fede e devozione. In lui era già maturata la vera cristianità, merito soprattutto della sua mamma, donna di grandi virtù. Così al mattino appena sveglio, si metteva in ginocchio e si raccoglieva in preghiera. Alla sera coinvolgeva tutta la mia famiglia nella recita del santo rosario.” – una cugina