Laura, ostetrica volontaria a Kalongo, tra sfide e doni inaspettati

"L’Africa, ma soprattutto un posto come Kalongo, ti apre a situazioni, ambienti e storie completamente differenti dalla nostra realtà. Penso che questo faccia solo bene, perché ci stimola a trovare soluzioni con quello che abbiamo a disposizione e ad apprezzare tutto quello che abbiamo. A non sprecarlo, come spesso invece accade qui da noi.

Quando sono tornata a casa mi hanno chiesto quale sia stato il momento più emozionante. All’ospedale di Kalongo ho lavorato per lo più in sala parto: è difficile selezionare i momenti più emozionanti, dato che ogni nascita lo è. Ma il primo parto che ho fatto da sola mi è rimasto particolarmente impresso. Non solo per il fatto di essere riuscita a farcela con pochi strumenti – se penso alle tante risorse a disposizione in Italia – ma anche perché quel giorno è nata una bellissima bambina e la sua mamma ha deciso di chiamarla anche con il mio nome: Laura. È stata una grandissima emozione per me. L’Africa e la gente che la abita ti danno molto più di quello che puoi dare tu. 

Un giorno invece mi sono occupata di una madre che non riusciva a produrre latte e che nutriva il suo neonato di pochi giorni con acqua e zucchero. Qui, purtroppo, non esiste l'alternativa del latte artificiale, che è scarso e molto costoso, e nella loro cultura non è diffusa la pratica della donazione di latte materno. Le madri sono bravissime nell’allattare, perché sanno bene che è l’unica via per nutrire il loro bambino, ma nei rari casi in cui non possono farlo, la situazione diventa davvero critica per loro e soprattutto per il neonato. Un problema che dal nostro punto di vista sembra quasi inconcepibile. Fare tutto ciò che possiamo per sostenere le madri più vulnerabili diventa cruciale"

Laura Esposti, ostetrica volontaria, Ospedale di Kalongo 2024

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