Dal mese di marzo nel Dr. Ambrosoli Memorial Hospital di Kalongo è entrata in funzione la clinica di salute mentale dotata di personale medico specializzato composto da una psichiatra e due infermiere psichiatriche. La clinica fa parte del progetto “AID 012590/09/3 - You are not alone – salute inclusiva per la prevenzione e la cura delle disabilità visive, motorie e mentali” finanziato da AICS - Agenzia Italiana per la Cooperazione e lo Sviluppo e realizzato da Fondazione Ambrosoli O.N.L.U.S. insieme a CBM Italia. Una risposta concreta e tangibile alla piaga sanitaria e sociale che colpisce il continente africano.
Il Nord Uganda è stato territorio di scontro di una feroce guerra civile durata più di 20 anni, durante la quale la popolazione ha subito violenze inimmaginabili, con conseguenze pesanti sulla prevalenza dei disturbi mentali nella regione. In particolare, il distretto di Agago è il 5° del paese per numero di tentati suicidi. Inoltre, la pandemia ha ulteriormente acuito il bisogno di assistenza psichiatrica e supporto alla salute mentale, infatti, solo nel 2019-2020 i ricoveri al Dr Ambrosoli Memorial Hospital (DAMHK) per tentato suicidio sono aumentati del 279% rispetto al precedente anno. Prima dell’avvio del progetto finanziato dall’AICS, il DAMHK e il Distretto di Agago non disponevano di figure qualificate per l’assistenza psichiatrica, fondamentali per il follow-up e supporto dei tentati suicidi.
Per rispondere a questa emergenza, uno degli obiettivi del progetto mira a integrare la salute mentale nei servizi di base offerti dall’ospedale, formando gli operatori sanitari e assumendo personale psichiatrico specializzato, rafforzando i servizi di prevenzione del suicidio.
La clinica di salute mentale ha l’obiettivo di offrire assistenza specializzata ai pazienti dell’Dr. Ambrosoli Memorial Hospital, integrando la salute mentale in tutti i servizi di base.
La clinica di salute mentale è affiancata da uno sportello di counselling dedicato alle mamme e alle famiglie di persone con disabilità, per fornire un supporto concreto ai nuclei famigliari che affrontano numerose problematiche legate allo stigma, alla povertà e alla mancanza di sostegno adeguato da parte delle istituzioni.
Nei primi due mesi di attività i pazienti che hanno usufruito dei servizi della clinica di salute mentale sono stati 114. Mentre le famiglie che l’educatore dello sportello di counselling ha supportato e assistito sono state 25.
La storia di Simon
Tra i primi pazienti che si sono rivolti alla clinica di salute mentale c’è Simon: un ragazzo di 22 anni del distretto di Agago. Prima ancora è stato un bambino molto intelligente, capace a scuola, ha imparato l’inglese, cosa che non è scontata.
A 19 anni ha iniziato a sentire delle voci, poi anche a rispondere loro e infine a parlare da solo, un po’ a sproposito, cantilenare parole per lui assonanti, forse in rima. Poi talvolta agitarsi, dimenarsi, sentirsi un po’ in trappola, tentare la fuga. A 19 anni gli è stata diagnosticata la schizofrenia o una forma non ben definita di psicosi, una diagnosi pesante ovunque, ma in particolare in un paese come l’Uganda, dove la patologia psichiatrica non è conosciuta o compresa da tutti, dove la reazione più naturale a questo tipo di malattie è credere che siano il frutto di un maleficio o di stregoneria e il modo più immediato per affrontarle per i genitori è contenere il malato legandolo con delle funi.
Simon è stato ricoverato nell’ospedale di Kalongo al momento giusto. Infatti, insieme a lui è arrivato anche un team di infermieri formati nel campo della psichiatria. Simon ha quindi trovato, a Kalongo del personale qualificato per dare un nome alla sua malattia, per pensare delle strategie per curarla e per spiegarla ai familiari in modo che venga compresa.
La speranza è che il progetto possa crescere e Simon e altri pazienti in futuro possano ricevere cure sempre più mirate.