E’ l’insegnamento e il monito che ci ha lasciato Padre Giuseppe con l’ospedale di Kalongo e la scuola di ostetricia che come Fondazione portiamo avanti ogni giorno, continuando a promuovere la formazione medica e manageriale locale, con un focus specifico sulla formazione umana e professionale delle donne, grazie anche al lavoro di tanti medici volontari che prestano la loro opera all’ospedale. Come il Dr. Tito Squillaci, primo medico italiano a rientrare in ospedale dall’esplosione della pandemia e che lavorò al fianco di padre Giuseppe nel 1984.
“Questa mattina, parlando alle studentesse, ho indicato la data incisa sull’ingresso della scuola di ostetricia, 1956. Ho detto loro che quell’anno, così lontano, aveva segnato la nostra vita. Tutti noi, dai vari angoli dell’Uganda e dall’Europa, eravamo lì perché un uomo con lo sguardo al futuro si era preoccupato di preparare una schiera di donne capaci di lavorare per le donne e per il loro bene più prezioso: i loro bambini. Padre Giuseppe aveva realizzato l’ideale di Daniele Comboni, “Salvare l’Africa con l’Africa”, e aveva compreso che le donne sono il motore più potente della società africana. Tutto questo appare chiaro quando si osserva il percorso, non solo professionale ma anche psicologico, che le studentesse compiono: all’arrivo spaesate e intimidite, alla fine professioniste preparate e sicure di sé, capaci di prendere in mano la sorte di una mamma e di intervenire con competenza.
La maggior parte di loro proviene da aree rurali, nelle quali la donna è ancora soggetta a forti condizionamenti, il loro percorso di studi diventa pertanto percorso di emancipazione, ed esse stesse diventano esempio di cambiamento e di progresso per le altre donne.
Padre Giuseppe, che sapeva bene cosa significasse partorire senza nemmeno un’ostetrica, durante la guerra civile, pur consapevole dei rischi per la propria vita decise di non lasciare l’Uganda: lo fece per salvare la scuola per le ostetriche, perché non s’interrompesse l’opera di formazione di una figura così importante, ma anche di una nuova coscienza civile. E oggi la scuola c’è”.
Tito Squillaci, Kalongo marzo 2021
Oggi più che mai la scuola e l'ospedale hanno bisogno di un supporto regolare e costante per riuscire a svolgere con continuità le proprie attività di formazione, fondamentali per offrire ogni giorno assistenza e cure qualificate. Grazie a quanto ci sostengono e continuano a darci fiducia!