Presentati a Napoli i risultati dello studio RBF (Result Based Financing) Il St. Mary's Hospital Lacor e il Dr. Ambrosoli Memorial Hospital: esempi virtuosi dell'impatto di RBF sulla qualità dei servizi pediatrici.
Negli ultimi decenni sono state sviluppate nuove metodologie di finanziamento per favorire gli obiettivi di aumentare il sostegno ai programmi sanitari, superando le carenze dei tradizionali meccanismi di finanziamento. Tra questi si evidenzia il Result Based Financing (RBF), un meccanismo di finanziamento che mira a migliorare la qualità delle donazioni vincolando l'erogazione dei fondi al raggiungimento e alla verifica di risultati prefissati. Il convegno, che si è tenuto lo scorso 29 ottobre nell’Aula Magna dell’Università Federico II di Napoli, organizzato in collaborazione con la Fondazione Corti e la Fondazione Ambrosoli, è stata l’occasione per presentare i risultati dello studio promosso in collaborazione con l’Università sull’efficacia del progetto RBF finanziato dall’Agenzia Italiana Cooperazione e Sviluppo e Fondazione Cariplo.
Un momento di riflessione, grazie all’intervento di autorevoli ospiti, per portare l’attenzione su una delle più importanti metodologie di supporto alla salute globale. Allo stesso tavolo i rappresentanti delle due Fondazioni, esperti in sviluppo e cooperazione globale di calibro internazionale come Nicoletta Dentico della Society of International Development ed Eduardo Missoni dell’Università Bocconi. Sono intervenuti i relatori dell’AICS Mariangela Pantaleo e Andrea Stroppiana; James Mwaka, rappresentante del Ministero della Salute ugandese, che ha sottolineato come l’Uganda creda in questo sistema di finanziamento e nella collaborazione con enti pubblici e privati di rilievo internazionale.
Il Result Based Financing, si è rilevato un motore di cambiamento per i servizi pediatrici, considerando che alLacor ogni anno vengono accolti e curati 50 mila bambini, grazie a uno dei reparti di pediatria più grandi del Nord Uganda, mentre il Dr. Ambrosoli Memorial rappresenta un presidio salvavita in un distretto in cui il 37% della popolazione ha meno di 10 anni.
Il St. Mary's Hospital Lacor (Gulu) e la Fondazione Corti hanno progettato un sistema RBF finanziato da privati principalmente basato su verifiche esterne trimestrali degli standard di qualità. Inizialmente messo a punto per finanziare le attività ambulatoriali, il sistema RBF è stato esteso ai reparti pediatrici del Lacor Hospital e introdotto per la prima volta al Dr. Ambrosoli Memorial Hospital di Kalongo nel reparto di pediatria.
A distanza di 3 anni, questa metodologia ha mostrato un grande potenziale per migliorare la qualità dei servizi ospedalieri.
“Il sistema RBF consiste in un sostegno dato ad una struttura in funzione dei risultati di quantità e qualità che raggiunge. Oltre la metà dei progetti di supporto nei Paesi in via di sviluppo non raggiunge gli obiettivi prefissati e non trasforma la realtà locale. Valutare la qualità dei servizi offerti è invece una vera e propria rivoluzione” – afferma il professor Luigi Greco, docente di Pediatria alla Facoltà di Medicina dell’Università Federico II di Napoli e Preside associato della Facoltà di medicina dell’Università di Gulu che ha contribuito a fondare, responsabile del progetto GULUNAP della Federico II e di progetti di cooperazione con l'Uganda - “Abbiamo confrontato la qualità dell’assistenza ai bambini di due grandi ospedali del Nord dell’Uganda, il St. Mary's Hospital Lacor e il Dr. Ambrosoli Memorial Hospital, eseguendo un controllo trimestrale. Alla luce di questi risultati abbiamo verificato che il progetto ha prodotto per la prima volta un miglioramento significativo del 30-40% della qualità delle cure di questi grandi ospedali”,
L’analisi dei dati a partire dalle cartelle cliniche e dalle check-list RBF inviate dai due ospedali ugandesi è stata curata dal team diretto dal professor Sergio Beraldo del Dipartimento di Economia e Statistiche dell’Università di Napoli Federico II: “Dall’esame delle cartelle dei pazienti è emerso che è migliorata la qualità delle cure mediche, si è ridotta la mortalità nei bambini, i tassi di reinfezione e il tempo di permanenza in ospedale”,
Il metodo RBF consiste nell’assegnare una cifra fissa, pari a circa 15 Euro, per ogni ricovero in pediatria. Questa cifra comprende le indagini e le terapie che servono al bimbo, indipendentemente dalla durata della degenza e dal tipo di malattia. A questo si aggiunge un bonus qualità che viene attribuito in base al punteggio raggiunto verificando trimestralmente la qualità dei servizi. Il punteggio va da uno a cinque e permette di aumentare la cifra erogata all’ospedale dal 5 al 25 per cento, attribuendo così un bonus finanziario all’ospedale.
Sia al Lacor che al Dr Ambrosoli Memorial Hospital sono stati messi a punto indicatori di qualità e quantità: un elenco molto articolato con parametri monitorati ogni tre mesi da membri di un comitato qualità interno e da un referente del Ministero della Sanità ugandese.
Un approccio che è riuscito ad aggregare donatori privati e istituzionali grazie alla sicurezza che offre e al monitoraggio regolare e frequente che permette al donatore di seguire passo passo il progetto, con i suoi successi e le sue sfide. A crederci fino in fondo l’Agenzia Italiana per la Cooperazione e lo Sviluppo che, da aprile 2018, ha finanziato l’iniziativa con una cifra complessiva di 750 mila Euro.
“Al Lacor Hospital ci sono state migliorie strutturali ed è aumentata l’attenzione alla prevenzione delle infezioni, la disponibilità di farmaci, la preparazione di tutto il personale alle emergenze e la messa a punto di protocolli per le procedure cliniche e infermieristiche – ha dichiarato il dottor Venice Omona, specialista in pediatria e responsabile del reparto pediatrico del Lacor – “È migliorato il senso di responsabilità del personale rispetto alle risorse del reparto; sono tutti più attenti a ogni passaggio che riguarda la cura dei piccoli pazienti. Abbiamo messo a punto nuovi protocolli e la sfida è riuscire a seguirli al meglio. Anche il dialogo tra il personale e con i genitori dei piccoli pazienti è stato al centro del lavoro e ho notato miglioramenti nella capacità di spiegare diagnosi, indagini necessarie e terapia”.
Anche a Kalongo, dove la metodologia RBF con verifiche di qualità è stata introdotta per la prima volta con il progetto finanziato dall’AICS, il programma ha prodotto un impatto davvero notevole, come mostrano i dati elaborati dal professor Greco nello studio delle cartelle cliniche.
“La gestione clinica dei pazienti pediatrici è notevolmente migliorata dal 2016, in maniera più evidente a Kalongo. Basti osservare l’incremento di variazioni dal 2016 al 2020 per valutare i marcati cambiamenti che si sono verificati: la compilazione di una storia clinica dettagliata e l'accuratezza dell'esame del bambino sono migliorate di oltre 6 volte (=600%). Allo stesso modo, la buona gestione della sepsi è aumentata di 9 volte”, sottolinea il professor Greco
Il dott. Godfrey Smart Okot, direttore del Dr. Ambrosoli Memorial Hopistal, conferma le evidenze riscontrate dallo studio delle cartelle cliniche: “Prima dell'inizio del progetto, tre anni fa, la pratica clinica ed etica nella cura del bambino malato in ospedale era più radicata nella routine. Successivamente, l'approccio si è evoluto. Ora viene posta maggiore enfasi sullo studio del bambino malato, sulla comunicazione eloquente con l'assistente del bambino e sulla garanzia che l'ambiente di trattamento sia sufficientemente olistico (pulito, sicuro e calmo). La preparazione del progetto ha coinvolto il personale attivamente, attraverso formazioni sulle ‘best practices’ e i relativi vantaggi. Il personale si è quindi reso conto di quanto questo metodo non solo garantisce che il bambino malato guarisca, ma anche di quanto influisca positivamente sulla propria capacità professionale. Il risultato finale è che la qualità complessiva dell'assistenza è migliorata in modo significativo rispetto al periodo prima del progetto”.
Questo è risultato ancor più significativo se si pensa allo stress a cui è stato sottoposto l’ospedale di Kalongo e il reparto di pediatria per le epidemie sempre in agguato: tra 2019-2020 a causa della malaria i ricoveri totali sono cresciuti rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, dell’83%, il tasso di occupazione letti del 198%. Questo significa che per mesi interi i bambini ricoverati hanno superato la disponibilità di letti nel reparto ed il personale è stato costretto ad ospitare più pazienti in un letto o utilizzare spazi improvvisati per la degenza. Ha fatto poi seguiti il lungo periodo segnato dalla pandemia, dove tutto il personale di reparto è rimasto sempre operativo e pronto ad accogliere i numerosi pazienti, nonostante la paura del contagio.
“Il metodo RBF è uno strumento che aiuta a mantenere un sistema di sorveglianza e controllo sulla qualità dei servizi”, sottolinea ancora il professor Greco. “È un modello che aiuta ad evitare gli sprechi”.
Molti, dunque, i successi e tante ancora le sfide. “La più grande è che i cambiamenti indotti da questo progetto triennale diventino quotidianità”, conclude Luigi Greco.
Si ringrazia il Centro di Servizio di Ateneo per il Coordinamento di Progetti Speciali e l'Innovazione Organizzativa (COINOR) e il sostegno del Dipartimento di Economia e Statistica della Federico II.