Circa il 20% dei pazienti assistiti all’ospedale di Kalongo è rappresentato da bambini di età inferiore ai 4 anni. Una pediatria e una neonatologia efficienti, ben organizzate e con personale dedicato sono quindi di vitale importanza.
Nostri obiettivi prioritari sono migliorare le condizioni sanitarie dei quasi 9.000 bambini assistiti annualmente e far nascere in sicurezza circa 4.000 neonati all'anno, garantendo la sopravvivenza di chi nasce prematuro o con complicanze patologiche.
Potenziando e migliorando i servizi erogati nel reparto di pediatria e nell'unità di neonatologia, contribuiamo alla sopravvivenza e alla crescita dei più fragili, sostenendo così lo sviluppo di un’intera comunità e del Paese.
Il nostro impegno nella ricerca di fondi privati e istituzionali è costante e necessario.
La neonatologia dell’ospedale di Kalongo è oggi parte del reparto di maternità dell’ospedale ed è inadeguata sia per dimensioni che per condizioni.
Grazie al rinnovamento dell’unità, l’ospedale potrà ospitare in modo adeguato le madri e i neonati. Saranno ampliate e arredate in modo più funzionale le stanze dedicate al ricovero dei prematuri e dei neonati con patologie gravi, realizzati nuovi servizi igienici, riorganizzati gli spazi dedicati all'infermeria e alle visite, alla preparazione del cibo e all'attesa.
Il reparto di pediatria ospita 61 posti letto distribuiti in due edifici: un blocco più ampio (children ward), che accoglie la maggior parte dei piccoli pazienti e uno più piccolo (isolation ward), dove sono ospitati i bambini con malattie infettive che richiedono l’isolamento.
Il progetto di rinnovamento della pediatria prevede una riorganizzazione completa degli spazi al fine di rendere il servizio medico più efficiente e la degenza dei piccoli pazienti più confortevole e adeguata alle loro esigenze, creando uno spazio accogliente e a misura di bambino.
All’interno dell’intero compound ospedaliero vivono circa 900 persone che lavorano, temporaneamente e permanentemente, per l’ospedale di Kalongo.
In seguito alla ventennale guerra civile gli alloggi del personale medico, che vive qui con le proprie famiglie, si sono deteriorati e sono inadeguati sotto l’aspetto igienico – sanitario e della sicurezza.
Le difficili condizioni di vita del personale influenzano in maniera importante gli standard di servizio offerti ai pazienti e determinano un elevato tasso di abbandono del personale medico, che preferisce impieghi in aree meno povere e remote dell’Uganda.
Per garantire standard di vita e di lavoro adeguati e ridurre il turn over del personale medico, la Fondazione Ambrosoli ha avviato un progetto pluriennale di costruzione di nuove abitazioni. Progetto che prevede in parallelo anche la realizzazione di un nuovo sistema idrico e sanitario per l’accesso all'acqua pulita e ai servizi igienici, a tutela della salute e del benessere dello staff ospedaliero.